Operazione Leonte

Con il saluto delle autorità di Governo e militari ha preso il via l’Operazione Leonte.  L’arrivo delle navi nelle acque libanesi è previsto per venerdì prossimo.
Al largo di Brindisi l’amphibious task force della Marina Militare (composta dalle navi Garibaldi, San Marco, San Giorgio, San Giusto e Fenice) è stata raggiunta dal presidente del Consiglio Romano Prodi, dal ministro della Difesa Arturo Parisi, dai tre sottosegretari alla Difesa e dai presidenti delle commissioni Difesa di Camera e Senato.

I vertici militari erano ovviamente presenti al gran completo: l’ammiraglio Giampaolo di Paola, capo di stato maggiore della Difesa, i capi di stato maggiore delle quattro Forze Armate, tra questi l’ammiraglio Paolo La Rosa a fare gli onori di casa (a destra),  il direttore del SISMI Nicolò Pollari ed il CINCNAV ammiraglio Bruno Branciforte.
Da segnalare la presenza del generale Fabrizio Castagnetti, attuale Comandate del Centro Operativo di Vertice Interforze, che è stato designato dal ministro Parisi come prossimo responsabile della Cellula di Direzione Strategica della Missione UNIFIL presso il Dipartimento per le Operazioni di Peace-Keeping dell’ONU.

La cerimonia di saluto si è tenuta sul ponte di volo del Garibaldi, alla presenza dell’ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi, che comanderà le navi dell’amphibious task force, e del contrammiraglio Claudio Confessore che comanderà sul terreno la Joint Landing Force.

Joint perché, pur basata fondamentalmente sulla Forza da Sbarco e delle Forze Speciali della Marina, comprende anche assetti dell’Esercito, in primis una compagnia di Lagunari del Reggimento Serenissima ed elementi del Genio e delle Trasmissioni; presente anche un’aliquota di Carabinieri con compiti di polizia militare del contingente.

L’ammiraglio Di Paola ha sottolineato come la Leonte segni l’esordio operativo della Forza di Proiezione dal Mare come entry force a favore delle follow-on forces.
«Il cardine della Forza di Proiezione dal Mare – ha spiegato il capo di SMD – è rappresentato da due reparti di elite dell’Esercito e della Marina, che singolarmente hanno già operato brillantemente e con onore in numerose missioni, anche sul suolo libanese: il Reggimento Lagunari Serenissima e il Reggimento San Marco, sostenuti dalla componente aeronavale nel ruolo di Comando, controllo e di supporto operativo e logistico.
Questi reparti, dopo un percorso di integrazione operativa, durata circa un anno, sono oggi in grado di assolvere ad una vasta gamma di compiti – ha continuato Di Paola – in piena sinergia ed in assoluta interoperabilità, unitamente agli assetti forniti, a seconda delle esigenze, da tutte le altre componenti dello strumento militare».
Fortemente voluta proprio da Di Paola e costituita non più di un anno fa, nel suo discorso lo stesso ha definito La Forza di Proiezione dal Mare «una concreta testimonianza della trasformazione avviata dalle nostre Forze Armate nel riferimento ineludibile del “trasformarsi operando”, un’altra tappa del sempre più spinto percorso di integrazione interforze che caratterizza la trasformazione delle Forze Armate nazionali».
Particolarmente interessanti alcuni elementi emersi nel corso della successiva conferenza stampa.
L’ammiraglio Giampaolo Di Paola ha sottolineato come la situazione sia estremamente fluida, i contatti con il Comando UNIFIL sono costanti, e quindi non è possibile ipotizzare dove avverrà lo sbarco, anche se è molto probabile che possa avvenire a Tiro, smentite quindi le indiscrezioni di stampa che le avevano localizzato a Naqoura.
Inizialmente, infatti, l’area di intervento del contingente italiano dovrebbe corrispondere alla cosiddetta “tasca di Tiro”, una zona di ventina di chilometri intorno al porto libanese che in precedenza non faceva parte dell’area in cui operavano gli osservatori di UNIFIL.
Lo stesso Di Paola ha affermato che non è possibile preventivare una data nella quale avverrà il Transfer of Authority del nostro contingente sotto il Comando UNIFIL, ma che è intenzione farlo il più presto possibile, non appena i nostri saranno sbarcati e la forza sarà stata “assemblata” sul terreno.
In questa prima fase la entry force del contingente italiano conterà a regime 1.041 militari.
Riguardo la distribuzione definitiva sul territorio della forza, lo stesso Di Paola ha poi sottolineato che, sulla base delle “percezioni” attuali, è probabile che quando tutto il dispositivo previsto dalla risoluzione 1701 sarà schierato in Libano, è probabile che l’area da controllare sarà suddivisa in due.

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